venerdì 13 aprile 2007

Via Lenin

Il silenzio di Walter Veltroni e con lui di tanti altri sindaci italiani di centrosinistra, i quali continuano a far finta di niente di fronte alla proposta di togliere il nome di Lenin dalle vie e dalle piazze delle loro città sta diventando, prima che imbarazzante, incomprensibile. Ma come? Piero Fassino, il segretario del maggior partito del centrosinistra (che tra l’altro è anche il partito di Veltroni) sta per recarsi in Russia per rendere omaggio «agli italiani vittime dei gulag», e loro si ostinano a ospitare nella toponomastica delle proprie città colui che il sistema dei gulag ordinò di istituire, rinchiudendovi migliaia di persone e poi assistendo imperturbabile al loro martirio? Nei libri di storia è tutto scritto da decenni. Ma a che cosa serve, chiedo, predicare la custodia della memoria e l'amore per i libri, come Veltroni per esempio non si stanca di fare, se poi si calpesta in questo modo l'una e ci s'infischia degli altri.

Ernesto Galli Della Loggia, 13 aprile 2007