martedì 17 aprile 2007

Anno zero? Zero.

Dimentichiamo in fretta, quando ci fa comodo. Questa volta vorrei non succedesse. Mi piacerebbe che tenessimo ben ferme nella memoria alcune cose della puntata di Anno Zero dedicata a Emergency e al sequestro Mastrogiacomo.
Per esempio l’immagine di Luciano Violante, ospite d’onore del programma. Violante ha ascoltato per oltre due ore tessere gli elogi di terroristi e talebani, ha visto dipingere gli Stati Uniti, la Nato e l’Occidente come la causa prima dei mali del mondo, ha sentito deridere i nostri soldati inviati in Afghanistan come fantocci al soldo dell’imperialismo americano. E non ha fatto una piega: una sfinge, una statua di cera, nemmeno un cenno di protesta, neanche un timido tentativo di rettifica, lui che è stato anche presidente della Camera e un po’ di senso dello Stato dovrebbe pure essergli rimasto. Il modello che ci voleva per i giovani a cui cerchiamo di insegnare che la politica è un luogo di valori e non un mercato di complicità e di silenzi sulle tragedie della Storia.
Mi piacerebbe anche che non si dimenticasse l’espressione golosa di Vauro, il portavoce di Emergency, quando ha potuto finalmente sventolare la sua vignetta che dipingeva Magdi Allam proprio come lo ritraggono gli estremisti dell’islam che lo hanno condannato a morte e costretto a vivere sotto scorta: un nemico che deve essere eliminato il più presto possibile. Anche Magdi Allam era presente in studio, ma per oltre due ore gli hanno impedito di parlare e raccontare la sua versione della guerra in Afghanistan e del terrorismo islamico, sommerso dalle interruzioni di Santoro, dalle farneticazioni di Marco Travaglio e Giulietto Chiesa, quel signore che sostiene come l’11 settembre sia tutta una montatura e che sono stati la Cia e gli israeliani a buttar giù le Torri Gemelle. Vauro ha scritto una lettera al Corriere della Sera per difendere la sua scelta, ricorrendo al solito ritornello: la satira non ha limiti, è libera e intoccabile. Anno Zero ha dedicato una delle sue ultime trasmissioni agli imam integralisti delle nostre moschee, quelli che ci vorrebbero vedere tutti impiccati al palo della luce più vicino, in nome del Corano e di Maometto. Non ricordo che in quell’occasione Vauro abbia onorato il coraggio della satira raffigurando qualcuno di questi predicatori con il Corano nelle mani o con Maometto come ispiratore. Meglio colpire dove si va sul sicuro e non si rischia la pelle, la libertà della satira sarà per un’altra volta.
Vorrei che non dimenticassimo troppo in fretta questo capolavoro di manipolazione andato in onda su una rete televisiva del servizio pubblico tra l’indifferenza degli organi di vigilanza e di controllo e di molta parte della stampa nazionale. Che ci ricordassimo a lungo come le idee di Gino Strada e di Emergency («i veri tagliagole siamo noi») siano entrate nelle case degli italiani senza un vero contraddittorio perché il copione era già scritto e le battute fuori testo non dovevano rovinare un finale già assegnato. Sarebbe bene che tutto questo restasse a lungo nella memoria del nostro Paese. A qualcuno forse servirà a capire meglio come stanno le cose e dove stiamo andando. Ma non sarà un esercizio inutile anche per quelli, come Violante, schierati al fianco di Santoro.
Nella sciagurata ipotesi di un nuovo sequestro in Afghanistan, ora che Emergency si è messa fuori gioco, sapranno chi mandare a trattare con i talebani: ci penseranno la troupe di Anno Zero e Vauro con le sue vignette. Saranno anche assassini all’ingrosso, ma i mullah di quel Paese la nostra televisione la guardano e sanno riconoscere i loro amici.

Daniela Santachè, 17 aprile 2007