mercoledì 18 aprile 2007

Yankee go home?

Milano. Ci sarà un giudice a Roma? E’ una domanda che, all’indomani dell’abbandono degli americani di At&t, comincia a circolare nei mercati finanziari. Il fallimento della vendita di un terzo delle azioni Olimpia a un prezzo di 2,82 euro, che fa premio sia sul loro valore di mercato sia sull’offerta di 2,7 euro per azione delle banche, è il dato di partenza. La questione da sciogliere è appunto se di questo mancato guadagno possa essere chiamato a rispondere chi, di tutta evidenza, l’ha causato: il governo. A questo proposito, non solo è illuminante la lettura dell’escalation di dichiarazioni bullistiche di molti ministri (a partire dal sabotatore Antonio Di Pietro), ma anche e soprattutto la lettera con cui Randall Stephenson, direttore generale di At&t, comunica la sua decisione a Marco Tronchetti Provera. La missiva parla di “regulatory uncertainties”, che, in italiano corrente, significa che le reiterate minacce, più o meno circostanziate (si va dal ventilato esproprio della rete telefonica fissa al papale “yankee go home”), hanno creato un clima talmente instabile da impedire la formalizzazione di un accordo.
Dal punto di vista della tecnica di intimidazione politica, si tratta di un copione parallelo a quello che ha portato al fallimento della trattativa Autostrade-Abertis. Con due differenze sostanziali, però: in questo caso, la trattativa viene abbandonata in fase preliminare, senza che sia stato stilato un piano industriale; e, da parte del governo, sono arrivati molti tuoni ma nessun atto formale. “Al di là del profilo meramente giuridico – spiega Giorgio Rebuffa – c’è un tradimento del dovere dello stato a essere terzo e neutrale: il governo manovra le pedine secondo le sue convenienze. Quindi, il prodismo è una sorta di fase senile del leninismo: con quelle che abbiamo voluto chiamare privatizzazioni, siamo passati dalla Nep al capitalismo monopolistico di stato”. La distanza tra causa ed effetto – dichiarazioni di ministri e leader di partito e marcia indietro di At&t – è ampia, ma non incolmabile, tanto che alcuni studi legali starebbero ipotizzando delle possibili strategie. In primo luogo, la Cassazione ha sancito l’obbligo di buona fede della Pubblica amministrazione e la sua responsabilità civile quando viene interrotta una negoziazione.