domenica 22 aprile 2007

Dodicenne taglia la gola a una "spia" afgana

Talebani oltre ogni orrore. In un video recapitato alla tv Al Arabiya, si vede un commando talebano che incarica un ragazzino di dodici anni (foto) di tagliare la gola a un afgano accusato di aver aiutato gli Stati Uniti a uccidere uno dei capi della milizia fondamentalista.

L'emittente di Dubai ha mostrato solo la prima parte del filmato in cui si vede un ragazzo con un grande coltello mentre alcuni uomini incappucciati tengono fermo un uomo identificato come Gholam Nabi. Fu lui, secondo i Talebani, la spia che fece la soffiata che a dicembre permise a un elicottero Usa di centrare l'auto su cui viaggiava Akhtar Mohammad Osmani, il delfino del mullah Omar. Secondo Washington si trattava del più alto in grado nelle gerarchie talebane mai ucciso dalle forze alleate. I talebani dapprima smentirono l'uccisione di Osmani, designato come proprio successore dal mullah Omar nel 2001, poi la confermarono.

Nella prima parte del video, Gholam Nabi viene portato in macchina sul luogo dell'esecuzione. Lo si vede mentre discute con i suoi aguzzini, forse ancora ignaro della sua sorte. Poi la telecamera mostra l'uomo inginocchiato e il ragazzino con il coltello. Intorno, altri bambini e bambine incapucciati. Il ragazzo col coltello avvicina la lama al collo dell'uomo. Poi, Al Arabya ha ovviamente tagliato le immagini.

Intanto proprio il mullah Omar ha chiesto ai suoi uomini di intensificare gli attacchi suicidi in Afghanistan e di restare uniti. Il mullah Hayatullah Khan ha riferito che Omar ha contattato i comandanti regionali per ringraziarli degli attacchi compiuti ed esortarli a continuare e a intensificare le azioni suicide "contro le forze d'occupazione e gli infedeli che presto fuggiranno".

Ieri i talebani hanno fissato un ultimatum di una settimana al governo di Parigi per ritirare le truppe dall'Afghanistan e hanno chiesto la scarcerazione di alcuni loro combattenti per la liberazione dei due cooperanti francesi rapiti all'inizio di aprile.

La repubblica, 21 aprile 2007